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Le origini di Vallefoglia e della sua Città

Vallefoglia eredita storia e consuetudini dei Comuni di Sant’Angelo in Lizzola e Colbordolo. Radici importanti che derivano tra le più importanti famiglie come i Mamiani e i Perticari e altre figure di spicco come Giovanni Santi e i Conti Paciotti.
Terenzo Mamiani della Rovere (1799-1885), letterato, filosofo, deputato al Parlamento per la maggioranza cavouriana, Ministro, dell’Istruzione del gabinetto Cavour, scrittore, statista e patriota italiano svolse un ruolo di primo piano nel Risorgimento italiano, fu l’ultimo conte di Sant’Angelo in Lizzola.
A Sant’Angelo in Lizzola nacque l’architetto e ingegnere Giovanni Branca (1571 – 1645) noto per aver ideato una macchina che precorreva il principio del motore a vapore. Fu impiegato presso la Sacra Casa di Loreto dove curò le riparazioni alla struttura, progettò monumenti funebri e migliorò le fortificazioni.
Colbordolo invece fu la patria di Giovanni Santi (1440 ca – 1494) padre e primo maestro di Raffaello e valente pittore egli stesso. Fu il primo pittore urbinate in quanto non ne esiste un altro prima di rilevanza tale da passare alla storia.
Il Borgo di Montefabbri invece conobbe un lungo periodo di tranquillità sotto i Paciotti il cui castello fu acquistato da Paciotto (Pietro Francesco Tagliapietra – architetto e autore di numerose opere civili e militari del XVI secolo) per la somma di 6000 scudi che fu nominato conte del feudo di Montefabbri nel 1578. Sotto la sua dinastia si intensificarono gli scambi e gli arrivi di maestranze e artigiani provenienti da altre zone italiane, si attivò una fabbrica di ceramiche e fu acquisito anche il mulino di Pontevecchio. Allievo a Urbino, il Conte Paciotto, prima di recarsi a Roma, lavorò in Emilia per i Farnese ai quali eseguì il primo progetto del Palazzo Farnese di Piacenza e i disegni per il palazzo di Caprarola.
Un patrimonio importante, sul quale l’Amministrazione comunale intende investire in un’ottica non solo di conservazione ma anche e soprattutto sul versante della valorizzazione e promozione turistica, di prospettiva futura tenendo conto anche della particolare posizione strategica di Vallefoglia, oggi città capofila di un’area di 32.000 abitanti e di 4.000 imprese, luogo centrale che allora si rapportava con le famiglie dei Malatesta, Della Rovere e dei Montefeltro e che oggi offre molte potenzialità in quanto di collegamento tra Marche, Umbria, Toscana e Romagna.

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