Vallefoglia. Le radici

Tratto dal volume "VALLEFOGLIA Identità, memoria, prospettive"

Il territorio di Vallefoglia è ricco di storia: a Sant’Angelo in Lizzola nacquero l’architetto e ingegnere Giovanni Branca (1571-1645) e Terenzio Mamiani (1799-1885), letterato e statista che svolse un ruolo di primo piano nel Risorgimento italiano mentre Colbordolo è la patria di Giovanni Santi (1440 ca.-1494), padre di Raffaello e valente pittore egli stesso.

Ancora a Sant’Angelo sono legati i nomi di Giulio Perticari (1779-1822) e sua moglie Costanza Monti (1792-1840), con il loro cenacolo di intellettuali tra i quali Leopardi e Rossini; ciascuno dei numerosi borghi e castelli di Vallefoglia custodisce preziosi tesori d’arte, e non mancano edifici di singolare valore e bellezza, dalle piccole chiese di campagna alle pievi.

Entro i confini comunali di Vallefoglia si trova tra gli altri Montefabbri, uno dei “borghi più belli d’Italia”, autentico scrigno di pace e bellezza; poco sotto, lungo il corso del fiume Foglia, è possibile visitare il cinquecentesco Mulino di Ponte Vecchio, intorno al quale si tramandano ancora le leggendarie gesta della Banda Grossi.

Un patrimonio importante, sul quale l’Amministrazione comunale intende investire in un’ottica non solo di conservazione ma anche e soprattutto sul versante della valorizzazione e promozione turistica, tenendo conto anche della particolare posizione geografica di Vallefoglia, che si colloca a metà tra il mare di Pesaro e la città d’arte di Urbino.

Colbordolo e Sant'Angelo in Lizzola

Il castello di Colbordolo è documentato sin dal 1213, anno nel quale è citato nella bolla di papa Innocenzo III riguardo ad alcune proprietà dell’Abbadia di San Tommaso in Foglia situate nell’area oggi corrispondente alla “Piana di Talacchio".
Colbordolo, il cui nome significherebbe secondo l’interpretazione più accreditata “piccolo borgo sul colle”, fu come tanti altri castelli della zona a lungo conteso tra i Montefeltro e i Malatesta, fino all’assedio e al saccheggio di Sigismondo Malatesta, che nel 1446 lo attaccò da Montefabbri e lo incendiò, sottraendolo al dominio dei Montefeltro.
Compreso nel ducato di Urbino, dopo la devoluzione allo Stato Pontificio avvenuta nel 1631, alla morte di Francesco Maria II, Colbordolo seguì le vicende degli altri borghi e castelli del nostro territorio, fino all’annessione al Regno d’Italia, nel 1861.

Il nome di Sant’Angelo è di derivazione agionimica e riflette il culto dell’arcangelo Michele, patrono del paese. Il toponimo Sant’Angelo in Lizzola proviene dall’unione dei due antichi castelli di Lizzola (dal nome della famiglia che lo fondò) e Monte Sant’Angelo.
Il toponimo Liciole o Liciola - in seguito Lizzola - è rilevato per la prima volta nell’elenco dei possedimenti confiscati al conte di Pesaro Alberico, donati  il 24 settembre 1047 da papa Clemente II ai monaci dell’abbadia dell’Apsella, situata ai piedi del colle sul quale sorge l’attuale abitato di Sant’Angelo in Lizzola. La conferma dell’investitura, datata 1060, parla di Castrum Liciole: ciò ha indotto alcuni storici a ritenere che la costruzione del castello sia avvenuta proprio tra il 1047 e il 1060, grazie al permesso concesso dall’abate di San Tommaso forse ai membri della stessa famiglia di Alberico che, secondo alcuni studiosi, assunse in seguito il cognome gentilizio de Lizzola.

Le tipicità locali di Vallefoglia

OLIO
Nel territorio di Vallefoglia, riconosciuto zona di coltivazione delle olive destinate alla produzione di olio extravergine di oliva DOP "Marche", in base ai canoni dello specifico Disciplinare di Produzione, crescono varietà di olivi Leccino e Frantoio individuati come fondamentali per ottenere questa qualità d’olio (da un minimo del 35% al 60% di presenza), insieme a varietà tipiche dell’ambiente (Raggiola) e altre varietà.
I requisiti presenti nell’area comunale di Vallefoglia consentono di produrre olio di qualità che, nel rispetto delle condizioni di coltivazione (raccolta, trasporto, stoccaggio, tempo di lavorazione, produzione consentita, trasformazione e imbottigliamento) portano all’ottimo prodotto finale apprezzato da tutti.
Il gustoso alimento deve anche presentare determinati parametri chimico-fisici e organolettici, che vanno da un’acidità massima dello 0,6% al colore (dal verde al giallo, con variazioni cromatiche intermedie) e all’odore fruttato fino al sapore: inizialmente dolce, con note di amaro e piccante.
E’ risaputo che l’olio extravergine di qualità, oltre alle caratteristiche alimentari e gastronomiche, grazie ai polifenoli posseduti, presenta eccellenti qualità che ricadono nell’ambito salutistico e terapeutico, così da essere ritenuto un nutriente funzionale per il consumatore.
A Vallefoglia sono presenti numerosi coltivatori di olivi che producono questo alimento di altissima qualità, tipico della zona, oltre a frantoi che operano seguendo modalità di trasformazione rispettose del Disciplinare e dei tradizionali sistemi di molitura e, soprattutto, dell’equilibrio tra uomo e natura.

VINO
Nella variegata produzione vinicola marchigiana, regione particolarmente votata per la viticoltura, l’area provinciale di Pesaro e Urbino, storicamente caratterizzata dalla capillare diffusione della vigna e del contratto mezzadrile, si distingue per una specifica e affidabile produzione DOC: quella del Metauro e quella dei Colli Pesaresi che, per fregiarsi della denominazione d’origine controllata, devono rispettare lo specifico Disciplinare.
La produzione Colli Pesaresi è diffusa e caratteristica del territorio di Vallefoglia, dove si coltivano vitigni Bianchello e Sangiovese, ed è suddivisa in due tipologie di vini: Colli Pesaresi Rosso e Colli Pesaresi Bianco.
Quest’ultimo ha colore giallo paglierino dal profumo delicato, gradevole e mai stancante; è apprezzato per la sua leggerezza. Secco, fresco e poco caldo è piacevole per aperitivi: profumi di ginestra e fiori bianchi prevalgono su tutto.
Nel rosso dei Colli Pesaresi risalta l'intensità della sfumatura violacea che si spinge verso il granato con l'affinamento: secco ed asciutto richiama frutti di bosco e profumi di violetta.
Si tratta di vini che rimangono nel solco di una tradizione antica con un’anima nella locale Albanella e una base di Trebbiano Toscano.
In un territorio che appartiene alla più ampia provincia ricca di storia, di tradizioni e di memorie, dal passato legate a vicende di casate famose - dagli Sforza ai Malatesta, ai Della Rovere -, la coltivazione vinicola è attuata da oltre 2000 anni su oltre 500 ettari di vigneti, in un’area oggi caratterizzata dall’essere uno dei più antichi comprensori enologici d’Italia.

FORMAGGI
La produzione casearia, tipica della regione marchigiana, trova una piena conferma nella provincia pesarese e, dunque, anche nell’area di Vallefoglia dove la si ritrova ancora collegata alle sue storiche origini, contadine e familiari.
Il formaggio, che è sempre stato e resta ancora oggi legato all’allevamento e alla mungitura di mucche, pecore e capre, rappresenta senza dubbio una voce importante dell’economia locale.
Tipica di queste zone è la produzione di pecorino, ottenuto dall’allevamento di ovini e bovini di diverse razze autoctone e sostenuto da consolidate tecniche di lavorazione del latte.
Il pecorino può essere sia di media che lunga stagionatura; è adatto ai taglieri di salumi, perfetto con marmellate e si sposa egregiamente con i vini locali doc.
La presenza nel territorio di Vallefoglia di allevatori di origine sarda, fanno di questo alimento un ricercato prodotto, caratterizzato da una lavorazione tipica e da un gusto particolare, forte e piccante. 

ORTAGGI e FRUTTA
I prodotti della terra come ortaggi e frutta, fondamentali per mantenere un giusto apporto di vitamine, sali minerali e fibre, sono alla base dell’alimentazione sana ed equilibrata.
Nel territorio di Vallefoglia esiste una grande varietà di alberi da frutta: si coltivano mele e pere oltre a pesche, albicocche, prugne, ciliegie e susine, oltre a una buona quantità di frutta a guscio (noci, nocciole e mandorle).
Tra le tante varietà di ortaggi, peraltro tipici delle Marche, troviamo il carciofo, la cipolla, la zucchina, la melanzana, il pomodoro e numerose varietà di insalata.
Persino a Vallefoglia si sta espandendo la coltura di frutta e ortaggi biologici da parte di singole aziende agricole, che effettuano anche la vendita diretta tramite uno spaccio aziendale.
I prodotti della trasformazione della frutta quali marmellate, succhi e confetture, sono anch’essi presenti nel campo del biologico accanto al miele e ai prodotti conservati in olio o aceto: il tutto lavorato in laboratori aziendali.
Le erbe aromatiche presenti nel territorio sono numerose e sono quelle principali della cucina marchigiana: basilico, prezzemolo, menta, salvia, rosmarino, nepitella, timo, alloro, semi di finocchio, maggiorana, mirto, ginepro, dragoncello e cumino, che insaporiscono anche i piatti più semplici in modo naturale esaltando i sapori dei cibi.

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